#iocimettolafaccia #stopalfemminicidio Richiediamo condanne più severe.


Questa mattina pensavo a Marzia, sposata da 13 anni e madre di Mattia di 11 anni e Sonia di 9, lavora come cassiera al centro commerciale, vive con Paolo in una di quelle case che sembrano villette a più piani nei nuovi centri abitati giù in periferia. Un auto a testa, lui è ingegnere di produzione, e la vita naviga tranquilla in una serena routine di provincia. Un giorno Marzia si 

reca a lavoro ed ha un piccolo segno ad altezza zigomo, malcelato dal trucco viola che quasi le fa più da evidenziatore, illudendola che la pastocchia cremosa scolorisca e copra, una collega le chiede cosa avesse fatto, e la prima risposta che viene in mente (quella di tutte) "...qui, dici? Nulla ieri il bambino con lo sportello del mobile per i piatti, senza farlo di proposito mi ha colpito".."capito" le risponde l'amica. Dalle manine lunghe Marzia ha lo smalto alle mani laccate, ma una è più corta, visibilmente recisa e laccata, ma nettamente in contrasto cosi' corta, tra pollice ed indice e sotto l'osso del polso, un livido giallastro. Al pranzo della domenica di turno da sua madre, risponde alla domanda della madre secca .."tutto bene".....

Una sera pero' non va tutto bene, Paolo è particolarmente nervoso per il lavoro e non si controlla, scantona sbatte le cose per terra, e l'ingegnere di produzione diventa un pazzo in casa, uno che sbatte gli oggetti addosso. Marzia prende i figli e va dalla mamma, dopo tre giorni "è stato solo un litigio"...ora Paolo è tranquillo, ma ha mostrato la latenza della sua follia, Marzia passa più tempo a guardare il soffitto nel letto che a dormire, nel timore di svegliarlo, ed assume il tipico atteggiamento di chi in modo remissivo, scatta ad ogni richiesta agitato come se, se non fosse preciso piovessero giù botte, ed è cosi' anche al lavoro. Paolo aumenta senza freni la sua cattiveria, butta il piatto nella cena ad altezza viso, ed oramai l'orco di dentro si è liberato. La vita di Marzia è un inferno, vuole lasciarlo, non ha mai denunciato, e se andasse in galera, che vergogna in città è il padre dei suoi figli. Giu' allora ad ingoiare saliva, dolore, e pugni, che ora passano allo stomaco, alla schiena, o sostituiti da calci con le scarpe antinfortunistica della fabbrica, cosi' i vestiti coprono le marcature e i vicini non fanno domande. Quando la chiave entra nella porta entra il terrore con essa...Paolo oramai è smodato, Marzia pensa ad un piano, andrà via e nella casa dei genitori si porterà i suoi figli. Al lavoro, aveva qualche giorno di ferie, non vuole farsi vedere cosi, si è tagliata i capelli e le unghie vuole liberarsi di qualcosa. Domani è il giorno giusto. Paolo va al lavoro, ha un turno di straordinario di poche ore, tornerà a casa e sarà vuota. Alle 21 rientra, casa vuota, buia, senza cena, sul tavolo una lettera. "Ho paura di te, torno da mia madre, i bimbi li vediamo insieme, non voglio nemmeno i soldi per me, ho il mio lavoro, ti lascio tutto" Paolo straccia quella lettera in mille pezzi, urla come un orso ferito e sfascia tutto poi va sotto casa dei suoceri, chiama Marzia e le dice che le vuole parlare pochi istanti è la millesima volta che le chiederà scusa, che era nervoso, che lui la ama, che lei DEVE CAPIRE il lavoro, la crisi....dice questo da 12 anni, dal primo schiaffo dato, che a lei sembrò un gesto d'amore, quasi un segno di "marcatura del territorio" di "appartenenza" tribale al suo uomo, un vezzo quasi ancestrale e preistorico e nonostante il dolore si sentii, quasi meravigliata che le piacesse sentirsti la SUA donna... invece sono diventati pizzichi, poi calci, poi gomitate ed ogni giorno sempre un po' di più lui metteva e sempre più il suo dolore (perchè la soglia del dolore aumenta con la pratica) sapeva sopportare, fino a diventare dei veri agguati e giu' botte, anche quando in cucina ginocchia rannicchiate al petto e seduta a terra prendeva calci mentre le tirava i capelli, e lei cercava di salvare il ventre con la piccolina dentro che non era ancora al quinto mese.No questa volta no, non torna e decisa e protetta. Lui citofona ancora e le chiede di scendere fa casino, la nonna con i bambini è fuori dalla ringhiera li porta dentro come un presagio, ma i piccini scappano e piangono, dicono che mamma è cattiva perchè non vuole papa', forse hanno paura che se non mostrano bene picchia anche loro...sono solo bimbi spaventati. Lui le dice che ha un regalo per lei come quando da fidanzati le riempi l'auto di palloncini bianchi con frasi d'amore ed aprendo il cofano fece salire su tutti...era dolce quel ragazzo, questa volta no, ora il vicinato si è affacciato "VIeni amore scendi ho un regalo per te" lei scende, e non fa in tempo a mettere il piede fuori dal palazzo, giusto pochi passi verso di lui, che estrae dal cofano un fucile a canne mozze e la centra al petto, poi ripete il secondo colpo e dalla tasca carica ed arma altri due pallettoni....Marzia è morta al primo colpo, lo sguardo in caduta verso i figli a salutarli, forse proteggerli, a dirgli addio, come Neda che ha visto in guerra finire, in un video su facebook, pochi istanti ed occhi a loro ai figli, che stanno atterriti, alla ringhiera del balcone come carcerati con le mani troppo strette ai ferri della ringhiera, ora tutti urlano ed arriva in tempo la volante chiamata dai vicini perchè avevano capito che c'era qualcosa di grave......Marzia ora è un altro paio di scarpette rosse. Vi racconto le parole vere e reali dell'agente di Polizia, DONNA - MOGLIE - MADRE - POLIZIOTTA "...arrestato lui, che non fece resistenza, e portato subito in questura, ritornammo dalla madre di Marzia, e parlammo con i bambini, allora l'ometto di casa mi diede la mano e disse ......."per favore signora poliziotta, ora ci riporta a casa" su queste parole LA POLIZIOTTA, LA MADRE, LA MOGLIE, LA SORELLA, LA FIGLIA, LA DONNA Gerardina De MIchelis" singhiozzava e spiegò a chi la intervistava ripetendo le parole di quel bimbo "...ora ci riporta a casa..." come se si potessero azzerare le nefandezze umane di quel criminale, come se si potesse mettere nel lettone e risvegliarsi da un brutto sogno con mamma che prepara il latte caldo in cucina ......no piccino mio, magari fosse possibile che mamma non sia diventata l'ennesima
......scarpetta rossa

Commenti